E’ ufficiale, l’alfabetizzazione digitale televisiva in Italia ha finalmente un volto umano ed è quello di Marco Camisani Calzolari che oggi ha debuttato con il suo Pronto Soccorso Digitale nel palinsesto di Rai 1 Mattina segnando una tappa importante nel processo di digitalizzazione delle masse.
Mi sono già complimentato personalmente con Marco dopo averlo incrociato negli studi Rai di via Teulada 66 mentre mi recavo come ospite a Porta a Porta condotta da Bruno Vespa.
I contenuti dell’inedito Format sono vermante basic e se anche questo potrebbe fare storcere un po il naso a molti eponenti del movimento digitale italiano, si rivela, IMHO una scelta azzeccatissima per soddisfare le esigenze informative del grande pubblico italiano di non addetti ai lavori.
In questo video la prima puntata andata in onda oggi:
Il punto però è un ‘altro, e forse è sfuggito ai più distratti.
La Rai ha colto nel segno con un argomento topic in una fascia strategica di ascolti che mai come oggi è quella più importante nell’universo dei digital media, ovvero la fascia delle persone, pensionati o meno, che per numerosi motivi ancora non hanno dimestichezza con l’ecosistema virtuale.
La Rai con lungimiranza è riuscita a trovare e produrre il format giusto per conciliare le esigenze del servizio pubblico finanziato dal canone con le necessità informative e culturali dei telespettatori che, oggi più che mai, non possono più non vivere ed interagire in un mondo moderno dominato dalla risorsa digitale.
E con un semplice schema di domanda-risposta apre al pubblico in collegamento telefonico adottando uno stile narrativo che va dritto al punto con un linguaggio semplice e comprensibile da tutti.
Ma soprattutto, bisogna ammetterlo, riesce a colmare il ritardo verso i due suoi più agguerriti concorrenti, Mediaset e Sky, che sulla alfabetizzazione digitale hanno un pensiero diametralmente opposto.
Nelle mie ormai famose conversazioni con Andrea Zappia, Amministratore Delegato di Sky e con Piersilvio Berlusconi di Mediaset, appaiono infatti due visioni molto diverse di come i due broadcaster concorrenti di Rai, affrontino il tema dell’alfabetizzazione digitale massiva in Italia.
Nel video che segue Andrea Zappia AD di Sky, mi conferma che per loro sono i contenuti e l’uso di una piattaforma digitale di fruizione on demand a creare una esigenza nel pubblico che genera una sorta di autoapprendimento nei confronti del telespettatore utente, realizzando così una automatica alfabetizzazione digitale.
Quindi un moderno corrsipondente digitale del famoso motto “il bisogno aguzza l’ingegno”
Mentre nei due video che seguono con Piersilvio Berlusconi di Mediaset invece il telespettatore diviene protagonista da internet di una nuova fiction che parte dal popolo della rete da l prossimo gennaio.
Mediaset quindi adotta una soluzione più “speculativa” nei confronti dell’alfabetizzazione digitale delle masse, usando la “carota” della partecipazione ad un format televisivo dei talenti pescati grazie alal rete ed ai social media.
Insomma una sorta di Xfactor o the Voice mediata dalla risorsa digitale:
Insomma in entrambi i casi i due Broadcaster “sfruttano” il pubblico televisivo già alfabetizzato digitalmente per l’incremento e la viralizzazione delle loro audience, piuttosto che mettere in atto una politica di vera alfabetizzazione digitale.
Ed ecco perchè invece la Rai merita l’encomio, sperando che a questa iniziativa ne seguano molte altre in futuro.