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Una sola cosa é costante e certa nel panorama politico (digitale) italiano: la voglia di protagonismo e visibilità nonché l’incapacità di capire il benché minimo valore del digitale.

Ecco che quindi la vicenda tutta italiana della assurda Webtax si conclude in maniera imbarazzante con un rinvio.

Riesce solo nell’intento di dimostrare al mondo che la generazione politica di “ggiovani” quarantenni della generazione Renzi (per non parlare di quella Letta) risultano decisamente incompetenti ed impreparati ad affrontare l’ammodernamento digitale del paese.

Non farò la cronistoria degli insuccessi digitali degli ultimi dieci anni dal Varo dell’agenda digitale inesistente, alla sua imbarazzante agenzia nata inutile fino ai nuovi politici dotati di iPad ma assolutamente inefficaci nel rilancio digitale del paese, per non parlare di quelli che si riempiono la bocca di startup per poi sputare fuori solo finanziamenti a pioggia ad aziende che vengono poi chiuse anzitempo o vendute a multinazionali.

Perché rinnovare oltremisura il dolore?

L’unica cosa certa (politicamente) é che cambiano le facce ma nessuno si impegna per il paese ed il suo sviluppo, con l’aggravante che almeno nelle prime due repubbliche avevamo dei professionisti dell’inciucio, mentre ora sono rimasti solo i dilettanti.

Credo, personalmente, che sia giunta l’ora di cedere la sovranità nazionale a qualcuno che sappia rivalutare le sorti del nostro paese e chiudere questo imbarazzante carrozzone delirante che serve solo ad ingannare i cittadini e peggiorare la situazione generale.

Persi per persi forse non sarebbe male che fossimo governati da una di quelle multinazionali che abbiamo cercato pateticamente di tassare.

Qualche altro folle che la pensa come me esiste?

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