(S)COMUNICAZIONE DIGITALE – BLOGFEST – WOODSTOCK – CARREFOUR – NE ABBIAMO PER TUTTI

Comincia bene la settimana non c’è che dire …

Ho già visto ben tre (tragici) esempi di (S)comunicazione digitale che non possono certo essere lasciati disattesi.

PRIMO:

Non mi piace per nulla che la stampa “generalista” abbia definito la Blogfest come la “Woodstock del Web” …

Qui mi puzza nuovamente di “roba da smanettoni” , “sò regazzi” insomma tutto il contrario di quello che la Blogfest è stata: un incontro tra comunicatori innovativi, entrambi nativi sia analogici che digitali.

Insomma per farla breve un bel momento nel quale centinaia di innovatori digitali si sono confrontati sui temi più scottanti della civiltà digitale in Italia e dove, non per niente (guardacaso), un capitano d’industria(analogiamente) ampiamente navigato come Bernabè ha deciso di celebrarne l’apertura … forse un motivo poi non tanto recondito ci sarà pure stato, no?

Alla faccia di Woodstock (quella vera) …

SECONDO:

Pechè i giornalisti  (della stampa generalista) devono sembre banalizzare tutto quello di cui scrivono affinchè possa fare notizia, possibili che i loro lettori (analogici) siano così beceri ed anestetizzati da decenni di Striscia la Notizia da non vedere oltre le palpebre?

Insomma la notizia sulla Blogfest che più ha bucato sui quotidiani e sualla free press di oggi (e cito solo il corsera) è stata la votazione (oltretutto fischiatissima in loco alla blogfest) della solita inutile e scontata vittoria del “sintetico” blog di Beppe Grillo, manco per niente scritto da lui bensì da uno staff di qualche decina di persona.

Siamo alle solite, Grillo e Travaglio fanno brand (e notizia), macchianera e i blogger meno, molto meno.

Vabbè fin qui passi … ma la terza è veramente grave.

TERZO:

Una mamma ha deciso di rendere nota la brutta faccenda accaduta al proprio figlioletto autistico maltrattato e vilipendiato vergognosamente durante un evento organizzato da Carrefour ad Assago Milanofiori.

La vicenda, tristemente raccontata in questo post, probabilmente non è la prima di questo genere ad accadere in un qualsiasi centro commerciale stile Carrefour, ma normalmente queste cose poi finiscono poi velocissimamente dimenticate nell’oblio del rumore di una vita analogica.

Ecco che (invce) ora la coraggiosa mamma tanto analogica non lo è più …

Anzi è quantomai coraggiosamente digitale e decide di rendere (digitalmente) pubblica la sua triste vicenda, e la rete reagisce (eccome): in questo momento il post ha accumulato (fino ad ora) ben oltre i 450 commenti (quasi quanto i post artefatti di Grillo) creando così ad un distratto e sonnolento Carrefour una danno di immagine al Brand non da poco.

La cosa assurda è che oltretutto il brand Carrefour non ha colpa propria (semmai indiretta) dato che la cosa è avvenuta esclusivamente per la stupidità e l’ignoranza di alcuni suoi dipendenti e non per volontà del brand Carrefour che alla fine ha solo colpa di avere ospitato l’evento e stipendiato mensilmente dei dipendenti cerebrolesi ed arroganti.

A questo punto Carrefour ha due strade scusarsi con la malcapitata oppure querelarla per diffamazione e falsa testimonianza, sono proprio curioso di vedere come andrà a finire.

Nel frattempo la cosa (triste) che mi stupisce è che sulla home page di Carrefour non esista nulla riguardo l’argomento, forse per il loro ufficio stampa ignorando la cosa, la cosa si spegne. (vecchia tattica da volponi delle PR analogiche).

Riassumendo: tre vicende molto diverse da loro ma che rendono perfettamente l’idea di cosa possa succedere alla (S)comunicazione digitale.

Un messaggio forte e chiaro per tutti gli “analogici” in ascolto.

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AGGIORNAMENTO: Carrefour si è svegliato (da un silenzio assordante) ed ha pubblicato nel Blog di Marco Traferri questo (molto autocelebrativo) comunicato di sdegno e vane promesse, forse la cura adesso diventa peggio del male.

Sembra che non abbiano ancora capito cosa sia successo … (in rete).