Pulirsi la coscienza (o le recensioni?)

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Dopo la clamorosa vicenda dei fake follower che hrii fiammato la nostra estate ecco la nuova vicenda che ci riscalderà l’autunno e non solo.

La questione delle false recensioni è molto grave e il tardivo intervento delle BIG Corporate del digitale per contenere il fenomeno serve a poco o nulla.

Già da tempo in America una bella legge che obbliga giornalisti e blogger a dichiarare la provenienza delle regalie e delle ospitate quando si recensisce un prodotto o un servizio anche ai fini dell’evasione fiscale oltre che della correttezza deontologica e professionale.

Qui Da noi (invece) come al solito si scopre l’acqua calda quando i giornalisti analogici si rendono conto che esiste un fiorente mercato della compravendita delle recensioni e della conseguente influenza sulla reputazione digitale.

Come sempre accade in un mercato pericolosamente deregolamentato vince chi ha il bastone più grosso ed attiva velocemente il branco digitale più incattivito, oltre che più attivo e diffuso.

Con buona pace di quegli ingenui che ancora sperano nell’autoregolamentazione della rete e nella riscossa dell’intelligenza collettiva.

Serve saperlo e tenerlo presente perché tutto il business digitale legato alle PR ed alla analisi della reputazione non rappresenti la prossima patetica bolla.

#senzatimore

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