Cara Linkedin ti scrivo, anzi mi scrivi e sinceramente mi fai sorridere (non poco).
Se questa voleva essere una campagna virale basata sul mio ego, mi dispiace ma hai toppato veramente di brutto brutto.
Anche perché, cara Linkedin, dovresti sapere che nell’era dei social network la gente si parla velocemente e non è possibile che siamo tutti quanti (e molti aggiungo) tra i più letti in Italia.
Forse, cara Linkedin, pensavi che noi (influencer nostrani) con una patacca del genere tutti noi dell’internetz la esibissimo subito online come dei gonzi realizzando la migliore campagna virale mai vista prima in rete?
Ma chi è quel “gegno” creativo che ti ha venduto questa bella pensata cara Linkedin?
Ah e non vorrei dire, cara Linkedin, ma lo scrivente era il tuo maggiore utilizzatore in Italia e talmente Evangelist per caso che quando ti ho dato visibilità sul Corriere della Sera (nel lontano 2004) mi hai pure fatto scrivere dai tuoi legali americani dicendomi di precisare molto bene che non ero un tuo funzionario.
Bene ora lo riconfermo, cara linkedin e ti preciso che puoi dormire sonni tranquilli: non retwitteró di sicuro la tua mail bufala.
#senzatimore