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Mauro Lupi a SkyTg24 sull’alleanza Yahoo / Microsoft.

Sono d’accordo sul fatto che i social network daranno filo da torcere ai motori di ricerca, al di là di questo mi sembra che lo spazio (televisivo stasera) dedicato a questo delicato argomento sia assolutamente insufficiente.

Capisco che prima dell’intervista di Mauro Lupi si parlava della sicurezza dei treni con Ministri ed affini, ma anche internet vogliamo considerarle un minimo rilevante ?

Il Buon amico Mauro Lupi, ha veramente fatto miracoli per essere il più esaustivo possibile nei pochi minuti concessi, riuscendo anche a spiegare al nuovo giornalista di Sky (quello alla 007 tanto per intenderci che piace molto al pubblico femminile) che oltre ai motori di ricerca ci sono anche i social network, riuscendo in una impresa titanica ai confini dell’impossibile (in considerazione dlel’interlocutore).

Quello che invece doveva emergere (magari con più tempo a disposizione) è quanto i social network stiano velocemente spodestando i motori di ricerca dalle loro rendite di posizione nelle search e nei confronti del web, con un passaggio di potere senza eguali nella recente storia passata del WEB.

Da Sky su nightline mi aspettavo di più … mauro non te la prendere è lo show system … ma la discussione che hai aperto è decisamente interessante, continuiamola …

🙂

8 Risposte

  1. Mauro Lupi

    Ciao Michele, penso che non mi abituerò mai ai tempi televisivi! 🙂

    L’intervento riguardava un commento sull’accordo MS/Y! sui motori di ricerca. Non dimentichiamo che ad oggi si tratta comunque della funzione più utilizzata sul web e, soprattutto, quella che genera la fetta maggiore nella raccolta pubblicitaria online, risultando quindi cruciale per gli inserzionisti, per tutti i player del settore e naturalmente per le aziende direttamente interssate dall’accordo.

    Il tema dei social network è stimolante e raccoglie una quota crescente del tempo delle persone e raccoglie molti dei loro contenuti. Muove (ancora) pochi denari.

    Secondo me assisteremo a continui tentativi di integrare le funzioni search con quelle social ed è qui che si gioca la scommessa sull’audiende dei tre big player (bigG, MS, Y!), però concretamente ne riparliamo tra un annetto 🙂

  2. micheleficara

    è più o meno la stessa cosa (ma tu sei più ottimista 🙂 che mi diceva Layla Pavone l’altra sera alla festa di Tuttogratis e che ti sintetizzo berevemnte così:

    social network=peanuts

    adv+search engine= big money

    le ho ricordato quando:

    internet=peanuts

    e non mi ha risposto …

    Mauro capisco che adesso il business nell’advertising digitale e nel search engine è bello per tutti ma cerchiamo di avere la vista lunga e capire che l’attuale “cuccagna” non potrà durare così a lungo …

    anche perchè (non so come ma è successo) in italia abbiamo i prezzi di vendita della pubblicità digitale più bassi d’europa e questo ha decretato la morte pubblicitaria di molti piccoli editori verticali di valore a favore dei grandi portali generalisti …

    oltre a mettere seriamente in crisi un modello di business prima ancora che abbia iniziato a dare i suoi frutti …

    facciamo molta molta attenzione per non distruggere la neonata industru digitale per una corsa sfrenata all’accaparramento dei budget pubblicitari in concorrenza con il mercato televisivo …

    🙂

  3. Mauro Lupi

    Il fatto è che l’industria digitale oggi si regge sull’advertising così come lo conosciamo, con search e display che dominano. Il grosso che manca (e penso a qualche centinaio di milioni di Euro) è proprio quanto negli altri paesi è già stato shiftato dai media tradizionali alla Rete.

    In parallelo ha senso ragionare sulla comunicaizone delle PMI che ancora sconta qui da noi la situazione di quasi-monopolio (PG) che c’era fino a qualche anno fa. Qui i sarebbe da fare education sul territorio, prima che pensare all’offerta di strumenti… Ma è tuto un’altro discorso 🙂

  4. micheleficara

    sono d’accordo sull’assunto …

    ma se invece nel frattempo i centri media la smettessero di correre dietro ai budget (generando di fatto) il crollo del prezzo medio CPM a favore dei siti a maggiore traffico e cominciassero a lavorare sulla performance oltre che sulla pressione ?

    quello che è entrato in crisi (IMHO) è il modello del centro media che fotocopia sull’ advertising digitale, le medesime logiche televisive che hanno portato agli sconti del 90% sui listini …

    insomma predicare bene sulla verticalità dei target ed il controllo dei risultati … e poi razzolare male.

    credo che a settembre si debba iniziare (tutti insieme) a ragionare sulle politiche di gestione dei budget da parte dei centri media ed eventualmente regolamentarle, anche a livello centrale, prima che questa dissennata corsa allo sconto penalizzi anche altri settori vergini del business digitale.

    🙂

  5. Mauro Lupi

    Qui non mi trovi d’accordo. Io penso che i mercati (se liberi) sono sempre regolati da chi “ci mette i soldi” e non dagli intermediari. Questi ultimi si comportano (giustamente) come dei camaleonti, cogliendo le opportunità mentre assistono i loro clienti.

    Il mercato digitale non è da meno. Ammesso pure che i centri media non sfruttino adeguatamente la Rete, il problema è poi del committente ed è da qui che occorrerebbe partire. Solo avendo una domanda consapevole e convinta si adeguano gli operatori del settore.

    Questo almeno in linea generale. Purtroppo è nota la tendendza italiota nel salvaguardare ogni status quo, per cui si continua a procedere col freno a mano tirato. Tuttavia è sugli investitori che penso si debba continuare ad insistere.

  6. micheleficara

    dare la colpa al committente è la solita scusa …

    ma chi lo “educa” il committente ?

    si parla tanto di formazione e poi invece si lascia che la corsa al massacro (dei prezzi) continui sotto gli occhi di tutti.

    credo che sia venuto il momento di tirare il fatidico freno a mano e bloccare il mezzo prima di finire definitivamente ed inevitabilmente nel baratro.

    credo che a settembre sia in sede Iab che interassociativa sia utile che l’argomento vada (perlomeno) affrontato e corretto molto velocemente.

    e questo sia nell’interesse dei grandi portali (che finalmente potranno inziare a produrri contenuti degni di questo nome senza l’assillo del traffico) e sia dei piccoli editori che finalmente potranno valorizzare adeguatamente il loro duro lavoro quotidiano di nanopublisher…

    che ne pensi ? mi sembra una proposta ragionevole …

    🙂

  7. Martino

    Concordo appieno con michele. Il modello di advertising dell’online puzza come il pesce di tre giorni ormai. Forse sarebbe anche ora di farlo maturare e se non lo fanno maturare le agenzie o in generale i player del settore, chi altro? Non possiamo pensare di certo che siano i committenti a farlo…

  8. micheleficara

    a settembre (ribadisco) è il caso di aprire immediatamente un tavolo di discussione tra i vari attori del settore e magari anche il governo, al fine di definire con precisione quali siano i passi da mettere in atto per la tutela delle nostre risorse digitali tra le quali anche la pubblicità.

    è una importante occasione da non perdere per chi ha cuore lo sviluppo dell’industria digitale come risorsa primaria per la competitività del nostro sistema italia