Realtà (aumentata).

Forse oggi (solo) comunicare non è più necessario.

Siamo tutti oramai ipaddotati, iphonedotati, blackberrydotati e qualcuno persino utilizza ancora i buoni vecchi PC, quelli che si attaccano alle vecchie prese di corrente nei muri, per intenderci.

La realtà che ci appare davanti agli occhi non è più quindi quella bidimensionale della carta e della tv, ma inizia ad evolversi in una nuova dimensione, una sorta di continuum temporale che interagisce con essa e la evolve senza preavviso alcuno.

Una realtà influenzata dal canale di ritorno dei destinatari della comunicazione pubblicitaria, esseri pensanti che oggi più che mai vivono immersi nei nuovi flussi conversazionali, influenzandoli con i propri status update.

La realtà diviene così quella che percepiamo mischiata alle mutevoli contaminazioni che ogni nuovo messaggio che arriva, genera nel nostro io.

Ed aumenta, senza tregua e senza sosta.

Prima di questa rivoluzione i processi della comunicazione erano, semplici, lenti, controllabili, assimilabili.

Adesso invece appena si esce allo scoperto il consumatore, ti osserva, ti confronta e soprattutto ti commenta.

Ci si deve confrontare con una nuova realtà, quella non più top down, ma quella della condivisione dove la vera differenza la fa la conversazione in netta contrapposizione alla comunicazione.

Ecco che quindi la realtà è diversa, ed il caso Gap lo certifica al di là di ogni ragionevole dubbio, la marca, il Brand deve rendere conto delle sue scelte al proprio ecosistema umano di riferimento che ne decide le sorti ed i successi.

Diventa così difficile per i brand fare (solo) di testa propria perché l’ecosistema umano non è più un passivo ascoltatore ed in maniera inaspettata e talvolta devastante, può anche prendere la parola, farsi sentire molto bene rispedendo al mittente la comunicazione inutile e sbagliata.

In passato spesso si parlava con toni trionfali della nascita dei Lovemarks, oggi, se il brand ha successo, lo è già per deafult.

Oggi sempre di più quando un consumatore compra un oggetto non compie solo una scelta commerciale, ma decide di abbracciare una filosofia con una storia e dei valori che la marca deve imparare coltivare e rispettare come Apple ha insegnato.

Tutto queste connette i consumatori in maniera indissolubile ad una realtà che scorre, mutevole, che viene continuamente contaminata ed influenzata da stimoli nuovi ed imprevisti fino a pochi secondi prima.

Una realtà, quindi, che aumenterà ulteriormente le opportunità conversazionali avvicinando ancora di più brand e consumatori.

Michele Ficara Manganelli

Direttore Editoriale Pubblicità Italia.