Prendo spunto da questo interessante articolo di Alfonso Maruccia su Punto Informatico per sollevare una discussione che molto presto inizierà a tenere (MOLTO) banco anche qui in italia.
In pratica dal 30 al 40% di tutta la banda internet disponibile in Italia (ma anche nel mondo) viene saturata dal passaggio di contenuti relativi ad applicazioni televisive come Youtube e/o gli Streaming dei produttori di contenuti Video.
Questi operatori (commerciali) oltre a pagare (unicamente) la loro connessione alla rete globale internet non pagano NULLA per il “TRANSITO” dei loro contenuti nelle reti di altri service provider.
Questi ultimi iniziano ad arrabbiarsi per il consumo di banda “gratuita” non indifferente che stanno subendo e minacciano ritorsioni di blocco del traffico video utilizzando modalità in netto contrasto con le regole della Net Neutrality.
Questo è un problema da analizzare e molto velocemente prima che esploda anche qui in italia la guerra tra provider e broadcaster, cercando di capire da subito chi è che se ne approfitta: i produttori di contenuti che vogliono andare a scrocco, o gli internet service provider che cercano una facile area di guadagno fuori dalle concorrenziali logiche di mercato.
Bisogna parlarne, ragionarne e capire, per non giocarsi un bel pezzo di internet …
… e di evoluzione.