ECCO UN ESEMPIO DI PERLA GIORNALISTICA ANALOGICA

ECCO UN ESEMPIO DI "PERLA" GIORNALISTICA ANALOGICA

Lo ammetto subito, anche a me ogni tanto piace giocare , soprattutto quando sono preso, sarà il vecchio, ma sempre attuale, esempio di Google che impone ai suoi dipendenti di occupare almeno il 20% del proprio in attività creative e ricreative diverse da quelle professionali.

Serve a disincagliare la mente dai problemi della quotidianità ed a mantenere una completa visione d’insieme, ecco poi perchè Google ci stupisce ogni giorno.

Quindi anche il sottoscritto si trastulla nello stesso modo, accorgendosi di essere in ottima compagnia nella blogosfera italiana: il mio gioco preferito si chiama “STANA E BASTONA IL GIORNALISTA ANALOGICO” e mi piace un sacco.

E’ un gioco che ho iniziato tanto tempo fà, prima ancora di aprire questo Blog: si fà in tempo reale appena leggendo un giornale incappi in qualche allucinazione analogica relativamente a temi del digitale.

Come funziona?

Semplice: leggi l’articolo, non credi ai tuoi occhi, lo rileggi, sorridi, ridi, prendi il tuo cellulare, lo fotografi, apri Shozu, lo commenti e lo carichi su Flickr ed il gioco è fatto.

(non perderti anche il Post che ho scritto relativamente a Facebook Aggeggio Sfasciafamiglie. )

Pochi secondi di tempo, una buona connessione dati mobile ed un briciolo di umorismo per cercare di limitare i danni dell’informazione analogica ed cercare di riportare le cose al loro posto.

Vedo poi di essere in buona compagnia, molti blog italiani si sono dati anche questa missione dato che oggi più che mai l’evoluzione digitale viene sempre peggio interpretata rischiando di creare pericolosa disinformazione in un cittadino sempre più digitale.

Non me ne vogliano i giornalisti analogici (e ce ne sono parecchi) che fanno bene il loro mestiere ma vedendo la lunga serie di chicche qui di seguito credo che mi possano abbondantemente capire.

Infine se anche tu che mi leggi hai contribuito a dissacrare (anche solo un pò) la stampa analogica postami nei commenti il tuo link al tuo articolo ed aumentiamo la Collezione!

QUI TROVI IL LINK DIRETTO ALL’ARCHIVIO FOTOGRAFICO DEGLI ARTICOLI SU FLICKR

10 Risposte

  1. roberto dadda

    Una curiosità: tu sai cosa vuole dire analogico?
    Convieni con il concetto che la rete ha fatto il suo più grande passo avanti passando da puro strumento digitale a strumento capace di distribuire contenuti analogici?
    Usando le parole a caso rischiamo di farci prendere per matti!

    bob

    PS ma hai pagato i diritti a camisani che questa cosa (i ritagli) la fa da anni?

  2. micheleficara

    grazie per la precisazione ma forse non bisogna chiedersi cosa significa analogico o peggio ancora digitale …

    forse bisogna chiedersi oggi cosa significa veramente “giornalista”

    🙂

  3. micheleficara

    Vi riporto alcuni thread di una interessantissima discussione sull’argomento di questo post in corso in questo momento su facebook :

    Massimo Triulzi alle ore 13.01 del 26 ottobre
    Dovrei scrivere un libro a riguardo: prescindendo dai contenuti -che lascio alla buona fede del giornalista- il linguaggio per i “generalisti” deve essere molto diverso dagli specializzati o “digitali” come li chiami tu. E, per quanto tu ti possa sforzare, se ti rendi comprensibile a tutti vieni costantemente attaccato da blogger e precisini vari. … Visualizza altroMa nessuno di quei dotti informatici legati ai primi anni ’80 (quando l’informatica era di pochi, generalmente occhialuti..) ha l’elasticità mentale per capire che tu saresti perfettamente in grado di scrivere nei termini che loro intendono ma NON lo puoi fare.
    Il secondo punto è un imperativo per la stampa generalista mondiale: scrivere ciò che il lettore vuole. E lo stesso lettore che segue Cogne come un romanzo di Dazieri VUOLE LEGGERE che colui che usa Facebook è un tipo problematico. E per quanto personalmente non condivida e non abbia mai scritto cose del genere, capisco il perchè è stato scritto.

    Massimo Triulzi alle ore 13.05 del 26 ottobre
    Terzo punto, ma ce ne sarebbero altri mille, il digitale toglie molti soldini all’analogico (inteso come sistema, non come giornalista) e l’analogico si fa ancor più conservatore.
    E poi…il sistema quotidiano, complesso alquanto.

    Concludo, l’attacco … Visualizza altroè duplice e reciproco. E se l’ignoranza impera da una parte, l’altra risponde con ottusità e intransigenza.

    Prolisso, capisco, ma particolarmente sensibile all’argomento.

    Roberto Dadda alle ore 13.07 del 26 ottobre
    @massimo Sono assolutamente d’accordo, ma il problema spesso non sta nel fatto che si spieghino le cose con termini semplici, cosa assolutamente condivisibile, ma nel fatto che si dicano idiozie, magari con termini semplici, ma sempre di idiozie spesso di tratta.

    @Michele appena ho tempo faccio un post e te lo segnalo. Un esempio: Mozart su DVD … Visualizza altrolo definisci musica digitale e quando lo senti su vinile o nastro lo definisci musica analogica…

    Massimo Triulzi alle ore 13.22 del 26 ottobre
    Caro Roberto, capisco. Ma cerco di essere coerente con la squadra cui appartengo. : D
    E pure risottolineo che il problema non risiede da una sola parte.
    Se provi a digitare un qualunque nome di un giornalista sulla Rete, ma uno di quelli “corretti”, troverai insulti anche per lui. E questo confonde parecchio le acque: se vengono criticati tutti -e … Visualizza altronon solo qualcuno- il sistema giudica come imbecillità quella che altrimenti sarebbe una critica costruttiva.

    E mi improvviso provocatore. Per sfida dialettica.
    E’ quello che ha fatto Michele. : )

    Michele Ficara Manganelli alle ore 13.43 del 26 ottobre
    @roberto, non … Visualizza altroè il contenuto ma la sua fruizione che determina l’esperienza analogica e digitale, per me analogico è sentire mozart su vinile collegato al mio ampli a valvole con casse in legno fatte a mano sorseggando un lagavulin e fumando il sigaro …

    digitale è ascoltare mozart in streaming da last fm mentre sono in mobilità con il mio ultranotebook da 1,5kg di peso e la potenza di calcolo del primo space shuttle …

    🙂

    rendo l’idea … ma mozart è sempre mozart, come gli hearth wind and fire e gli ac/dc

    Michele Ficara Manganelli alle ore 13.45 del 26 ottobre
    @massimo ti quoto completamente, ho avuto per sei anni Pippo Marra dell’Adnkronos come socio in http://www.immediapress.it azienda che ha fatto la storia della comunicazione digitale in italia nel lontano 1998 (dieci anni fà azz..) e quindi COME TI CAPISCO !

  4. micheleficara

    Roberto Dadda alle ore 13.58 del 26 ottobre
    @michele allora è una definzione che non ha nulla a che fare con il significato della parola, potresti chiamare il digitale pollo o carciofo e l’analogico frullatore e sarebbe lo stesso!

    Michele Ficara Manganelli alle ore 14.28 del 26 ottobre
    @roberto credo che il problema non sia tanto il significato delle parole quanto l’effetto che certi articoli producono nell’opinione pubblica, proprio ora che il digitale … Visualizza altroè un fenomeno sociale e non più solo da “addetti ai lavori”

    credo che noi “antichi di internet” abbiamo una responsabilità sociale di alfabetizzazione che necessariamente deve passare da una standardizzazione dei termini di facile comprensione per le masse (IMHO)

    🙂

  5. ulisse morpurgo

    Ciao Michele ci tenevo a rispondere alla tua su FB…
    Proprio stamane aprendo le pagine del Tirreno ho avuto modo di valutare la scarsa alfabetizzazione digitale..Non ci crederai ma l’ignoranza regna sovrana.
    Ma al di la di questo articolo generalmente si ama demonizzare
    internet social ,community..ma perchè?
    Io rifletto in questo senso.
    I giornali figli di questa o di quella corrente fino a qualche anno fa
    condottieri di idee e mode si trovano ora ad essere solo un mucchio di carta dentro un edicola.
    Le stesse istituzioni non amano questo nuovo modo di comunicare specialmente quando si avversano le loro idee o i loro dogmi.
    Non sono piu nella posizione di leadership con loro le “teste a monte”
    La politica si rende conto di essere inerme contro la capacità immediata degli internauti di creare un gruppo, comunicare,criticare,confrontarsi,e cambiare le proprie idee…
    Il tempo in cui venivano propinati concetti preconfezionati
    su quotidiani di dubbia indipendenza è finito.
    Ora abbiamo tutti una voce è con essa la possibilità di farci notare,ascoltare,criticare,smentire…
    Dunque ,mi rivolgo ai neofiti,..non lasciatevi imbambolare.
    Michele e tanti altri professionisti sono pronti darvi una mano nel capire..
    Non lasciatevi tappare più la bocca!Buon 2.0 a tutti!

    Ps giornalisti? non credo che l’immagine tradizionale sia adeguata ai cambiamenti irreversibili in atto.

    Ps le masse hanno bisogno di capire e vogliono capire…
    ma il fronte bilaterale rende tutto più difficile..i demonizzatori da un lato…gli innovatori dall’altro.Al centro la gente.

  6. massimo micucci

    ho daato vita ad un piccolo gruppo su facebook “adesso che la repubblica e il tg2 hano scoperto facebook ndo scappamo”
    http://www.facebook.com/profile.php?id=589455787#/group.php?gid=43749605411
    direi che si tratta di criticare la superficialità e anche la banalità
    Sonon ultime grida dalla savana, come quelle di vespa contro internet , o quelle iniziative per metere le mutande a Internet (on Barbareschi) , Siae, etc cu cui puntualmente dovrebbero eserci reazioni equilibrate ma nette ….

  7. micheleficara

    @massimo quoto in pieno “reazione equilibrate ma nette!” è un dovere di ogni professionista della rete (IMHO)

    @ulisse la cosa bella è che però spesso su internet la “famigierata coscienza collettiva” è a somma positiva e supera i tentativi di demonizzazione o depistaggio …

  8. daniele vinci

    Ciao Michele,
    Proprio ieri ho discusso la mia tesi per la quale ho creato un ambiente online e ci ho studiato sopra per capire perchè i docenti usano la Rete per la loro professione.

    Quello che mi è parso, rispetto a tutte le altre tesi, è che chi utilizza la conoscenza delle Rete è come se vivesse su un’altra dimensione rispetto alla massa. Con questo non voglio dire se sia meglio o peggio conoscere il digitale, dico semplicemete che il digitale non è solo un’altra realtà rispetto all’analogico ma è un’infinità di realtà parallele e che si incrociano.

    Chi non ha la voglia o possibilità di poter assaggiare anche una sola di queste miliardi di realtà non può cogliere il vero valore. O maliziosamente devo pensare che lo percepisce e, sapendo di non poterlo gestire, si mette sulla difensiva cercando di far credere anche agli altri che quel modo di percepire la realtà può essere pericoloso, perchè non lo si conosce. Come sempre, anche in questo caso, è l’eterna “battaglia” tra chi vuole innovare e tra chi dice che è meglio quello che si ha già.

  9. Beppe Bravi

    Mi permetto di dire la mia su questo argomento. I giornalisti “old school”, hanno visto negli ultimi anni, eroso pericolosamente il loro potere e la loro influenza a vantaggio del “nuovo modo di interagire” che il web 2.0 ed i blogger, hanno fatto nascere.
    Centinaia di persone qualsiasi che si “permettono” di scrivere e lasciare opinioni visibili a tutto il web.
    Veri e propri editoriali online free.
    Questo ha comportato una reazione “armata”.
    Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti.
    Personalmente preferirei evitare di dare addosso, sebbene meritatamente, alla parte “classica”… da una guerra non si ottiene assolutamente beneficio, ma mi rendo conto che stare passivamente ad attendere è controproducente.
    In ogni caso è un segno lampante dell’importanza che il mondo digitale sta assumendo.

  10. andrea erba

    ..il cambiamento ha da sempre i reazionari detrattori.. questo è segno che il cambiamento ha preso la strada giusta….