“Insomma, venuta meno la vetrina del marciapiede, nelle città dei sindaci-sceriffi alle prostitute non è rimasto che il web” —> da Repubblica.it
Periodo ghiotto per demonizzare il web ed il digitale … la gara della stampa tradizionale per dare il peggio di sè continua.
Dopo la squisita performance del Foglio di Ferrara già ampiamente descritta nel post precedente (che ha già collezionato più di 70 commenti profondamente circostanziati) adesso vorrei soffermarmi un attimo su questo nuovo meraviglioso pezzo scritto da Vladimiro Polchi scovato su Repubblica.it
Cito testualmente virgolettando:
“Riaprono le case chiuse. Dove sono finite le lucciole di strada? Semplice: negli appartamenti e nei night club.
Vero?
No, almeno a sentire i responsabili dei grandi portali online, la polizia postale e le associazioni no profit. Le lucciole si sono semplicemente spostate dal marciapiede al web, in attesa di tempi migliori.”
Comincio a inquietarmi, non dovrei visto la mia veneranda età, ma che palle tutto questo darsi da fare per ricordarci una volta di più che internet diventa il ricettacolo di ogni schifezza che esce dal mondo reale.
Ma il bello arriva un pò più avanti nell’articolo e per la precisione in questo passaggio:
“Ma è sui portali generalisti, che il fenomeno si fa più visibile.
Kijiji è una delle più grandi vetrine online gratuite.
La parola, in swahili significa “villaggio”. Kijiji è un sito serio e pubblica oltre 610mila annunci: per lo più (200mila) immobiliari, offerte di lavoro, acquisto di auto. Insomma, nulla a che fare con lo sfruttamento della prostituzione.
Sia ben chiaro. Tra le tante voci, non manca “incontri per adulti”, con 75mila inserzionisti. Ebbene, a leggere bene i numeri si vede come nelle città delle ordinanze contro la prostituzione di strada, a settembre si è registrata un’impennata di annunci “donna cerca uomo”.
Solo un caso? “Se confrontiamo Milano e Roma – spiega Roberto Tucci, responsabile sviluppo di Kijiji in Italia – vediamo come nella prima gli annunci sono 95mila e 9.700 quelli per adulti, a Roma invece gli annunci sono solo 50mila, ma ben 11.100 sono quelli per adulti”.
Non è tutto. “A settembre abbiamo avuto un aumento delle inserzioni per adulti su tutto il territorio nazionale (+27%), ma mentre a Milano ci si è fermati a un +19%, in città come Roma siamo a un +33%””
Insomma, un “operatore” del mondo digitale che tenta (malamente a mio avviso) di sfruttare la “cassa di risonanza” data dal solito articolo denigratorio del web per esisbire i suoi muscoli e cercare di lasciarci senza fiato con i suoi dati di mercato, sinceramente non mi era ancora capitato di vederlo.
Probabilmente sono io che non ho capito nulla, o forse realmente il business (digitale) stà andando (letteralmente) a puttane.
Nulla di nuovo sotto il sole, ma comunque fatemi capire, vi prego.